martedì 10 dicembre 2013

Le Braccia della Madre

Ogni uomo di fronte alla Madonna sperimenta qualcosa di indicibile, qualcosa che coinvolge tutti i suoi sensi e il suo intelletto, senza che sia però capace di trovare parole adeguate per  comunicare tale esperienza. Non è un caso che i grandi mistici ricorrano alla preghiera, precisamente  allo spirito contemplativo che da essa scaturisce. Come spesso viene ricordato, lo stesso Dante, di fronte alla Bellezza di Maria, fa pronunciare a S.Bernardo una delle preghiere più stupende che mai siano state scritte.

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.  Pd. XXXIII

In queste terzine dantesche troviamo tutta l’essenza , tutta la vertiginosa profondità di un Mistero divenuto dono per l’umanità.
“ Figlia del tuo figlio”: ricordando il passo dantesco, il beato Giovanni Paolo II,  coglieva, proprio nella totale appartenenza a Cristo, l’unicità della maternità di Maria: “ Ella riceve la vita da Colui al quale ella stessa diede la vita” ( Redemptoris  Mater, 10).
 Eletta da Dio,  Maria entra nel disegno salvifico proprio in forza della donazione totale di sé, del suo essere pienamente e totalmente immersa nel Mistero di Dio.   Ella è la creatura più “ alta”, più elevata proprio in virtù del suo essere “ umile”: “ si è abbandonata a Dio completamente, ha risposto con tutto il suo “io” umano, femminile” ( Redemptoris Mater”), cooperando così con la Grazia di Dio che sempre ha agito in Lei.
Nella carnalità di una donna, nel suo “ ventre”, l’Amore si è reso visibile all’umanità, in Lei è stato nutrito “ col suo sangue” , in lei è stato “custodito nell’estasi”. Karol Wojtyla, in una sua poesia, farà dire alla Madre di Dio: “ cresceva nel mio cuore in silenzio, come Nuovo Uomo/ tra i miei stupiti pensieri ed il lavoro quotidiano delle mie mani”. Maria, una madre, la Madre che condivide ogni istante della sua vita con il Figlio,  la Madre che ne scruta i pensieri mentre, come scrive Karol Wojtyla, “ in Lei il Figlio si “ avvezza ai pensieri dell’uomo”:  questa Madre, umanissima nel suo essere “ mamma” ( “ Figlio mio – nel villaggio dove tutti ci conoscevano entrambi/ mi dicevi “ Mamma” “, Stupore davanti all’Unigenito)  sperimenta la “ pienezza materna/ la pienezza che ignora sazietà” nel sentirsi toccata dallo sguardo del Figlio che penetra nella profondità del cuore di ogni uomo, del suo in modo così speciale. Ella, come una madre, ci ricorda sempre il futuro Papa, negli occhi del Figlio riconosce “ il lampo del cuore”, lo svelarsi del “ mistero dell’uomo” ed allora ecco che la sua maternità  si fa preghiera, si fa contemplazione: “ io resto tutta assorta nel tuo Segreto”, così dichiara la Madre a cui Giovanni Paolo II,  giovane sacerdote che, nell’affidamento a Maria, aveva riposto tutta la sua esistenza. E tale affidamento, questo suo “ essere di Maria” costituirà l’essenza più profonda del suo essere, del suo agire, del suo soffrire e del suo morire. Oggi, possiamo dire, anche della sua santità.
Giovanni Paolo II, il Papa che ha introdotto la recita del rosario il primo sabato del mese, da lui stesso guidata ovunque andasse, il Papa che ha voluto che l’immagine di Maria vegliasse per sempre sui fedeli  in piazza S. Pietro, il Papa della Consacrazione del mondo a Maria, è soprattutto il Papa che, “ totalmente assorto” nel Segreto della Beata Vergine, umilmente ha messo nelle Sue mani l’intera sua esistenza nella certezza che solo le braccia della Madre possono condurre alla Meta, cioè al Figlio; solo le braccia della Madre donano speranza e rendono certi i passi; solo le braccia della Madre non rendono vana la fatica.
Senza di Lei, senza la sua intercessione, ben poco potrebbe fare l’uomo, anche il più illuminato, anche il più saggio, anche il più capace. Il beato Giovanni Paolo II, con la sua stessa vita, è divenuto per l’umanità l’icona di un così potente affidamento: egli sapeva che solo  tra le “ braccia della Madre” tutto era possibile, persino ciò che gli uomini potevano ritenere impossibile. La storia, lo ripeteva sempre, non è il prodotto dell’azione dell’uomo, ma della presenza sconvolgente, commovente e vertiginosa di Maria, l’Immacolata.  E noi siamo stati testimoni di tutto questo!!!

“ Nella vita e nella morte tutto tutto tuo, Gesù, mediante l’Immacolata”