Le
Braccia della Madre
Ogni uomo di fronte alla Madonna sperimenta qualcosa di indicibile, qualcosa che coinvolge tutti i suoi sensi e il suo intelletto, senza che sia però capace di trovare parole adeguate per comunicare tale esperienza. Non è un caso che i grandi mistici ricorrano alla preghiera, precisamente allo spirito contemplativo che da essa scaturisce. Come spesso viene ricordato, lo stesso Dante, di fronte alla Bellezza di Maria, fa pronunciare a S.Bernardo una delle preghiere più stupende che mai siano state scritte.
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei
che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre
tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore. Pd. XXXIII
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore. Pd. XXXIII
In queste terzine dantesche troviamo tutta l’essenza ,
tutta la vertiginosa profondità di un Mistero divenuto dono per l’umanità.
“ Figlia del tuo figlio”: ricordando il passo dantesco,
il beato Giovanni Paolo II, coglieva,
proprio nella totale appartenenza a Cristo, l’unicità della maternità di Maria:
“ Ella riceve la vita da Colui al quale ella stessa diede la vita” (
Redemptoris Mater, 10).
Eletta da
Dio, Maria entra nel disegno salvifico proprio
in forza della donazione totale di sé, del suo essere pienamente e totalmente
immersa nel Mistero di Dio. Ella è la creatura più “ alta”, più elevata proprio in virtù del suo essere “ umile”: “ si è abbandonata a Dio completamente,
ha risposto con tutto il suo “io” umano, femminile” ( Redemptoris Mater”),
cooperando così con la Grazia di Dio che sempre ha agito in Lei.
Nella carnalità di una donna, nel suo “ ventre”,
l’Amore si è reso visibile all’umanità, in Lei è stato nutrito “ col suo
sangue” , in lei è stato “custodito nell’estasi”. Karol Wojtyla, in una sua
poesia, farà dire alla Madre di Dio: “ cresceva
nel mio cuore in silenzio, come Nuovo Uomo/ tra i miei stupiti pensieri ed il
lavoro quotidiano delle mie mani”. Maria, una madre, la Madre che condivide
ogni istante della sua vita con il Figlio, la Madre che ne scruta i pensieri mentre, come
scrive Karol Wojtyla, “ in Lei il Figlio si “ avvezza ai pensieri dell’uomo”: questa Madre, umanissima nel suo essere “ mamma”
( “ Figlio mio – nel villaggio dove tutti ci conoscevano entrambi/ mi dicevi “
Mamma” “, Stupore davanti all’Unigenito) sperimenta la “ pienezza materna/ la pienezza
che ignora sazietà” nel sentirsi toccata dallo sguardo del Figlio che penetra
nella profondità del cuore di ogni uomo, del suo in modo così speciale. Ella,
come una madre, ci ricorda sempre il futuro Papa, negli occhi del Figlio
riconosce “ il lampo del cuore”, lo svelarsi del “ mistero dell’uomo” ed allora
ecco che la sua maternità si fa
preghiera, si fa contemplazione: “ io resto tutta assorta nel tuo Segreto”,
così dichiara la Madre a cui Giovanni Paolo II,
giovane sacerdote che, nell’affidamento a Maria, aveva riposto tutta la
sua esistenza. E tale affidamento, questo suo “ essere di Maria” costituirà l’essenza
più profonda del suo essere, del suo agire, del suo soffrire e del suo morire.
Oggi, possiamo dire, anche della sua santità.
Giovanni Paolo II, il Papa che ha introdotto la recita
del rosario il primo sabato del mese, da lui stesso guidata ovunque andasse, il
Papa che ha voluto che l’immagine di Maria vegliasse per sempre sui fedeli in piazza S. Pietro, il Papa della
Consacrazione del mondo a Maria, è soprattutto il Papa che, “ totalmente
assorto” nel Segreto della Beata Vergine, umilmente ha messo nelle Sue mani l’intera
sua esistenza nella certezza che solo le braccia della Madre possono condurre
alla Meta, cioè al Figlio; solo le braccia della Madre donano speranza e
rendono certi i passi; solo le braccia della Madre non rendono vana la fatica.
Senza di Lei, senza la sua intercessione, ben poco
potrebbe fare l’uomo, anche il più illuminato, anche il più saggio, anche il
più capace. Il beato Giovanni Paolo II, con la sua stessa vita, è divenuto per
l’umanità l’icona di un così potente affidamento: egli sapeva che solo tra le “ braccia della Madre” tutto era
possibile, persino ciò che gli uomini potevano ritenere impossibile. La storia,
lo ripeteva sempre, non è il prodotto dell’azione dell’uomo, ma della presenza
sconvolgente, commovente e vertiginosa di Maria, l’Immacolata. E noi siamo stati testimoni di tutto questo!!!
“ Nella vita
e nella morte tutto tutto tuo, Gesù, mediante l’Immacolata”