domenica 24 febbraio 2013


La potenza evangelizzatrice di una tracheotomia

In queste ore, otto anni fa, il mondo assisteva attonito ad una nuova tappa del Calvario che, già da lungo tempo, il Papa stava percorrendo. La tracheotomia, operazione resasi inevitabile, avrebbe  impedito a Giovanni Paolo II di parlare: da quel momento, infatti, non poté più comunicare, il silenzio sembrò scendere sulla sua missione e sul suo Ministero.
Che altro avrebbe potuto offrire un Papa, non solo in sedia a rotelle, ma addirittura senza voce? Come risponderebbero i più, oggi? Non lo possiamo sapere, ma, alla luce degli ultimi eventi, quanto meno manifesterebbero le loro perplessità e i loro dubbi sull’efficienza, e sull’opportunità di un Papa con un foro nella gola. In realtà, mai come allora, uomini e donne, credenti e non, compresero, anzi, videro con i propri occhi la forza della fede, vissuta e incarnata in un uomo senza voce. La frase scritta dopo l’operazione, “ che cosa mi avete fatto..Totus Tuus”, sintetizzava la posizione di un uomo, di un Papa che stava aiutando tutti noi a vivere ciò che è la nostra quotidiana fatica, il nostro umanissimo desiderio di “allontanare da noi il calice” e di “ scendere dalla Croce”. Quante persone anziane o malate dicevano: il Papa mi aiuta a sopportare la mia infermità, la mia vecchiaia!! Quanto coraggio e forza ha donato ai più deboli, ai più emarginati, ai più sofferenti!!! Proprio nell’oro della debolezza e dell’infermità.
Non ha potuto gestire la Curia, non ha potuto affrontare con rigore le questioni della Chiesa, ma, proprio nel momento in cui non poteva far tutto questo, si è rivelato ancora più profondamente evangelizzatore e testimone dell’Amore di Dio per l’umanità.
La domenica successiva l’operazione, il Papa volle affacciarsi dalla finestra del Gemelli, un gesto oggi certamente incomprensibile e, in qualche modo, incredibile, inimmaginabile.  Noi ci sentimmo confortati, il “ padre” voleva, doveva stare con i suoi figli nel momento più doloroso della sua vita e noi volevamo stare con lui, non ci interessavano altre questioni, indubbiamente “ più grandi di noi”, ci avrebbero pensato gli alti prelati, tutti, nessuno escluso ( purtroppo, questo è vero, non fu proprio così!!). Lui era ancora tra noi, questo importava, mentre sempre di più “risuonava”, con un vigore sconvolgente, la Verità che egli stesso aveva annunciato e insegnato camminando lungo le strade del mondo e parlando ad ogni latitudine.  
La tracheotomia eseguita la sera del 24 Febbraio, si rivelò un potente strumento di evangelizzazione in quella Quaresima di otto anni fa…quale miglior catechesi per prepararci a vivere la Santa Pasqua di quell’anno? Sì, la tracheotomia del Papa fu una grazia per la Chiesa e per il Mondo!!

martedì 12 febbraio 2013


“La mia sofferenza mi ha fatto sentire vicino al Santo Padre, ed io lo prendo come un modello nelle mie sofferenze. E’ stupendo vedere che si spende non soltanto del lavoro, nei viaggi, nei discorsi, ma anche nella sofferenza, umile e silenziosa, per essere vicino a Gesù” [ Card. Wan Thuan, 13 anni in carcere per aver testimoniato la fede in Dio]

 Ieri la Chiesa ci ha invitati a far memoria della festa dedicata alla Madonna di Lourdes ed insieme ha celebrato la Giornata Mondiale del malato, istituita dal Beato Giovanni Paolo II.
Più che mai in questi giorni appare come vero “scandalo”, “lo scandalo della Croce”, la testimonianza di  un Papa che, forte della sua fragilità, ha testimoniato al mondo intero il valore della malattia, l’inestimabile potenza dell’offerta totale di sè: egli, lo abbiamo scritto molte volte ( ma quale attualità, oggi!!!), privato della parola, dei movimenti, spogliato di tutto, sfigurato nel volto e nella carne, ha seguito il Suo Maestro fino alle estreme conseguenze. Per lui, essere di Cristo, appartenere a Cristo significava abbracciare la Croce in un totale slancio d’amore rivolto a Dio e ai fratelli che Dio Stesso gli aveva affidato.
In un mondo in cui tutto è giudicato e valutato in base all’efficienza e al vigore fisico, il Beato Giovanni Paolo II, per qualcuno Papa non rivoluzionario e “ moderno ( in quanto non “dimissionario”), con la sua  sconvolgente e radicale sequela di Cristo, ha rappresentato e rappresenta un vero “ segno di contraddizione”: la Croce, Via di salvezza, dono d’amore, dono di gioia e letizia.
 Sì, il Beato Giovanni Paolo II ha vissuto e testimoniato fino in fondo la Bellezza della Pasqua, la potenza dell’Amore. La sua testimonianza, nella giornata dedicata alla Madonna di Lourdes, ne siamo certi, continuerà ad illuminare e confortare quanti soffrono nel corpo e nello spirito, continuerà a parlare anche ad un’umanità che, sempre di più, sembra abbagliata dall’efficientismo razionale e pragmatico.
Scriviamo questo nel rispetto della libertà di ogni  scelta compiuta certamente per amore della Chiesa